CER
Tutto quello che c’è da sapere sulle Comunità Energetiche
Da oggi tutti noi possiamo installare impianti di energia rinnovabile sulle nostre case e condividere e vendere l’energia ai nostri vicini di casa, è una rivolutzione epocale e prende il nome di Comunità energetiche. Esse sono costituite da cittadini che si possono mettere insieme per produrre l’energia rinnovabile e massimizzano l’autoconsumo e l’autosufficienza all interno della loro comunità. Tanto più sono bravi adautoconsumare ed ad essere autosufficienti tanto più massimizzano gli incentivi. Tanto più entriamo in simbiosi con i nostri vicini di casa tanto più venaimo premiati, diventando dei veri e propri operatori del mercato elettrico.
Attualmente abbiamo un modello centralizzato dove abbiamo grandi impianti a gas o a carbone che producono energia elettrica e questa energia viene portata nelle nostre case attraverso grandi infrastrutture, elettrodotti ad altissima tensione – alta – media e bassa per poi arrivare nelle nostre case. Adesso il modello è stato cambiato completamente tramite un modello decentrato, piccoli impianti che forniscono energia da fonti rinnovabili e forniscono energia alle comunità ce la autoconsumano, riducendo ai minimi l utilizzo dell’energia elettrica fronito dalla rete e diventando autosufficienti. Questo è un cambiamento epocale, verrà ridisegnato il modello elettrico Europeo.
COSA SONO LE COMUNITA’ ENERGETICHE?
Le comunità energetiche sono associazioni che producono e condividono energia rinnovabile, per generare e gestire in autonomia energia verde a costi vantaggiosi. Esse sono un insieme di privati cittadini, aziende, enti del terzo settore o pubbliche amministrazioni che condividono virtualmente l’energia autoprodotta. La condivisione avviene infatti in modo virtuale, ossia attraverso la rete elettrica già presente sul territorio ma risulta avere un ruolo reale e concreto per
- La lotta al cambiamento climatico
- Fronteggiare la povertà energetica
- Promuovere iniziative di inclusione sociale.
Nel maggio 2019, l’UE ha introdotto il concetto di comunità energetiche nella sua legislazione attraverso il pacchetto Clean Energy for All Europeans come “comunità energetiche dei cittadini” e “comunità energetiche rinnovabili”. Nello specifico, la direttiva sulle energie rinnovabili II (REDII) rivista e la direttiva sul mercato interno dell’energia elettrica (IEMD) contengono disposizioni che creano un quadro giuridico dell’UE a sostegno della proprietà comunitaria. Con queste disposizioni, la legislazione dell’UE ha riconosciuto per la prima volta il ruolo della proprietà energetica della comunità per raggiungere i suoi obiettivi climatici ed energetici e ha segnalato un forte spostamento del ruolo dei cittadini da consumatori passivi a partecipanti attivi nella transizione energetica.
COME FUNZIONA UNA COMUNITA’ ENERGETICA?
La comunità energetica è una coalizione di utenti che, tramite volontaria adesione ad un soggetto giuridico, cooperano al fine di autoconsumare l’energia prodotta da fonti rinnovabili dagli impianti facenti parte della comunità.
L’autoconsumo è l’azione coordinata di cessione in rete dell’energie prodotta da fonti rinnovabili e, nella stessa fascia oraria, del prelievo di energia dalla rete dei consumatori della comunità energetica.
Autoconsumo virtuale: energia elettrica “condivisa” pari al minimo, su base oraria, tra l’energia elettrica immessa in rete dagli impianti di produzione e l’energia elettrica prelevata dai consumatori che rilevano per la configurazione.
Principali attori all’interno della CER
Consumer: è un membro che partecipa alla comunità consumando l’energia rinnovabile prodotta;
Prosumer: è un membro dotato di impianto di produzione rinnovabile che usa per i suoi consumi. Mette a disposizione della comunità l’energia rinnovabile eccedente;
Una volta messo in esercizio l’impianto, la comunità può fare istanza – anche tramite un’azienda esterna allo scopo delegata – al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. È bene chiarire che gli incentivi non sono riconosciuti a tutta l’energia prodotta, ma solo a quella condivisa all’interno della comunità, cioè a quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione. Per ciascun kWh di questa energia elettrica condivisa viene riconosciuto dal GSE, per un periodo di 20 anni: un corrispettivo unitario, individuato come somma della tariffa di trasmissione per le utenze in bassa tensione e del valore più elevato della componente variabile della tariffa di distribuzione per le utenze altri usi in bassa tensione. Nel caso di gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente è previsto un contributo aggiuntivo dovuto alle perdite di rete evitate (variabile a seconda del livello di tensione e del Prezzo Zonale Orario dell’energia elettrica) + una tariffa premio (pari a 100 €/MWh per i gruppi di autoconsumatori e 110 €/MWh per le comunità di energia).
L’energia elettrica “condivisa” ovvero il minimo (su base oraria), tra l’energia elettrica immessa in rete dagli impianti di produzione e l’energia elettrica prelevata dai consumatori beneficia di un contributo economico riconosciuto dal GSE a seguito dell’accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione.
Per ogni MWh scambiato GSE eroga alla comunità circa 119 /MWh€ di incentivo. Tali incentivi hanno la durata di 20 anni dalla data di costituzione della CER
Possono iscriversi alle CER persone fisiche, aziende e attività commerciali, artigianali, industriali o agricole e PA.
I meccanismi di incentivazione all’autoconsumo condiviso rendono remunerativo l’investimento sull’impianto.
I benefici economici, sociali e ambientali sono distribuiti tra tutti gli iscritti alla comunità energetica.
Tariffe incentivanti CER
La tariffa incentivante per l’energia elettrica condivisa attraverso la porzione di rete di distribuzione sottesa alla medesima cabina primaria (da non confondere con energia condivisa a livello di zona di mercato) è modulata su tre scaglioni in base alla potenza degli impianti, privilegiando gli impianti di taglia inferiore:
- gli impianti >600 kWp hanno una parte fissa di 60 euro al megawattora e una variabile fino a 40 €/MWh per un massimo di 100 €/MWh.
- gli impianti da 200 a 600 kWp hanno una parte fissa di 70 €/MWh e una variabile che non può superare i 40, con tetto a 110 €/MWh.
gli impianti <200 kWp hanno 80 €/MWh di fisso e un massimo 40 euro di variabile con tetto a 120 euro.
inoltre sono state definite delle correzioni della tariffa
premio per impianti fotovoltaici a seconda della zona geografica:
- 4€ in più per MWh più per le regioni del centro Italia
- 10 € in più per MWh per le regioni del nord Italia
La parte variabile è uguale al massimo tra 0 e la differenza tra 180 e il Prezzo zonale (0; 180 – Pz). Il valore di 180 euro è stato scelto in riferimento al price-cap europeo per la vendita dell’energia.
Il prezzo zonale orario è il prezzo di vendita dell’energia elettrica che si forma sul mercato della borsa elettrica (MGP) e varia ora per ora e in base alla zona di mercato.
Viene applicato un correttivo legato alla collocazione geografica degli impianti: quelli ubicati nel Centro Italia e quelli del Nord riceveranno un extra rispettivamente di 4 e 10 €/MWh di energia condivisa.
Gli incentivi sono cumulabili con contributi in conto capitale, ma in questo caso viene ridotta la tariffa, andando ad apportare una riduzione corrispondente alla percentuale di contributo a fondo perduto di cui si è usufruito.
Facendo un esempio, in caso di tariffa spettante pari a 100 euro e contributo al 40%, la tariffa scende a 60 euro.
La riduzione non si applica però ai punti di prelievo nella titolarità di enti territoriali, autorità locali, enti religiosi, enti del terzo settore e di protezione ambientale.
Contributi a fondo perduto per le comunità energetiche
Le Comunità energetiche rinnovabili e i gruppi di autoconsumo collettivo (condivisione dell’energia prodotta all’interno di uno stesso condominio), ubicati in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, possono beneficiare del contributo del 40% a copertura delle spese sostenute per gli impianti a fonti rinnovabili, inclusi i potenziamenti, inseriti all’interno delle configurazioni.
Gli impianti ammessi al contributo devono entrare in esercizio entro 18 mesi dalla data di presentazione della richiesta e comunque non oltre il 30 giugno 2026.
Il costo di investimento massimo di riferimento per l’erogazione dei contributi è posto pari a:
- 1.500 €/kWp per impianti fino a 20 kWp
- 1.200 €/kWp per impianti di potenza superiore a 20 kWp e fino a 200 kWp
- 1100 €/kWp per impianti di potenza superiore a 200 kWp e fino a 600 kWp
- 1.050 €/kWp per impianti di potenza superiore a 600 kWp e fino a 1.000 kWp
Quali sono i vantaggi di una CER?
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Risparmio in bolletta: più energia si autoconsuma direttamente e più si riducono i costi delle componenti variabili della bolletta (quota energia, oneri di rete e brelative imposte).
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Guadagno sull’energia prodotta: produrre energia con un impianto fotovoltaico può rappresentare una fonte di guadagno grazie ai meccanismi incentivanti descritti.
- Abbattimento delle emissioni di gas serra: l’energia autoconsumata virtualmente proviene da fonti rinnovabili, quali il solare e l’eolico, e non da centrali a combustibili fossili.
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Partecipazione sociale: possibilità di avere un ruolo attivo all’interno delle dinamiche di gestione di una CER.
I contributi economici spettanti alle configurazioni ammesse sono riconosciuti per ciascun impianto di produzione la cui energia elettrica rilevi per la configurazione, per la durata di 20 anni dalla partecipazione alla comunità energetica.